VIA BIAGI NERLI
Attacco:da Arni per il sentiero 144 del Passo Fiocca fino al valico detto del “Contapecore”. Da qui lasciare il sentiero e abbassarsi obliquando in direzione della parete sud e per ripidi pendii erbosi con affioramenti rocciosi aggirare l’evidente salienza centrale che divide la parete in due facce una S.S.O. e l’altra S.S.E. dove si svolge la prima parte della via. L’attacco si raggiunge traversando per delicate placche con scanalature di erosione ed √® posto all’estrema dx della faccia S.S.E.. L’attacco originale √® pi√π a dx in basso per terreno infido, sconsigliabile.
Dal terrazzo (con sosta attrezzata per calata), salire per facile rampa III° in direzione delle placche. 40 mt., sosta attrezzata con grillo di calata.
Superare le placche sulla sinistra e con bella arrampicata V°/IV°, sfruttando le erosioni (chiodo e spit) uscire sulla prima lunga cengia obliqua a sx. Sosta attrezzata con grillo di calata.
Obliquare a sx per lunga cengia II°, terreno facile ma infido ( si trovano due soste attrezzate) in direzione della salienza centrale.
Traversare a sx sotto una colata nera III° terreno infido, giungendo alla base di una paretina di rocce scure che da accesso alle ripide rampe oblique a sx. Sosta su terrazzini con 1 chiodo.
Salire sulla dx per rocce scure IV+ ed erba (1ch.), quindi per la ripida rampa (una sosta attrezzata a met√†) II¬∞ e III¬∞, terreno infido, arrivare alla fine della salienza centrale senza oltrepassarla. Sosta attrezzata con chiodi e spit mm.8 senza piastrine sotto un’evidente fessura strapiombante con chiodo e cordino.
Salire la friabile fessura 2 ch.(A0 o V+) e per salti di roccia IV (3ch.),obliquare a dx in direzione di un evidente placca dove si sosta con spit mm.8 senza piastrina.
Salire a dx della placca una fessurina VI¬∞¬† in direzione di un chiodo e senza raggiungerne un’altro posto pi√π in alto a sx, traversare in obliquo a dx V+ una serie di placchette divise da zolle erbose 2 ch. sostando alla base di un camino obliquo a sx,(sosta attrezzata 4 ch. e spit con cordone).
Traversare a dx aggirando uno spigolo 1 ch. e salendo su di un pulpito che si affaccia su di una gola che in alto si restringe a camino fessura, salire il muretto sopra il pulpito IV+ (1 ch.con moschettone) la via originale passa nel camino di dx. Proseguire per terrazziono inclinato e liscio (1 ch. non buono) e successiva paretina IV° uscire su di una cengetta con chiodi e due moschettoni. Travesare a sx la liscia placca (V+) e per zolle erbose ad un terrazzino con chiodo, superare il successivo saltino erboso e sostare a sx (sosta attrezzata 2 ch.).
Salire un piccolo diedro a sx III+ per uscire sui pendii sommitali.
Discesa:dalla sommit√† del monte Sumbra discendere al valico del “Contapecore” e per il sentiero di salita ridiscendere alla macchina.
Questa relazione √® stata fatta da ripetitori dell’itinerario Benassi Alberto e Sigali Luciano in data 12/07/97; possedendo anche la relazione originale dei primi salitori la trascrivo di seguito.
Il 4 e 5 Novembre 1960 i soci della sezione di Pisa sig. Elso Biagi (guida del C.A.I.) ed Angelo Nerli (aiuto istruttore naz.) hanno compiuto la prima salita diretta della parete S. della Penna di Sumbra.
Pur esistendo gi√† un’itinerario spostato sulla dx dove la lunghissima e severa muraglia quasi si interrompe, non era mai stato tracciato un’itinerario nella sezione principale della parete, dove essa presenta l’altezza maggiore (quasi 500 mt.) ed un aspetto veramente repulsivo. In questo tratto essa √® divisa in due facce, S.S.E. e S.S.O., da una salienza centrale poco marcata, continuazione di uno sperone erboso che si arrampica appoggiato alle rocce. La via si svolge alla dx (guardando) il rilievo centrale, sulla faccia S.S.E. e la direttrice iniziale della salita √® una grande chiazza bianca al centro della parete, verso la quale si dirigono dal basso lunghe cenge oblique sorrette da una fascia, pure obliqua, di rocce oblique. Questa fascia a sua volta forma il fianco dx (guardando) di un’ampio canale, il cui fianco sx √® lo sperone erboso anzidetto.
Partenza da Campaccio, sulla rotabile tra Isola Santa e Tre Fiumi, alle ore 3,50 e attaccato alle ore 7,00. Non √® sembrato conveniente seguire n√® lo sperone erboso n√® l’ampio canale, i quali pur portandosi in alto, terminano contro rocce verticali e molto rotte. Si √® attaccato invece nel punto pi√π basso della parete, all’estremit√† inferiore della fascia rocciosa obliqua, cio√® a destra degli ultimi lastroni di marmo solcati dalle acque, salendo per uno sfasciatissimo tratto verticale di rocce ed erba (IV¬∞) che porta ad un ciuffetto di faggi. Di qui si obliqua a sinistra e si raggiunge la pi√π alta delle cenge, che con qualche passaggio di II¬∞ porta al disotto della grande chiazza bianca, a quasi met√† altezza della parete. 1 ora.
Si traversa orizzontalmente a sinistra, al disotto di una colata di roccia nera, giungendo alla base di una serie di paretine e di cenge molto inclinate, esposte quasi ad E., che formano la faccia destra della salienza centrale della parete. Si salgono dapprima 40-50 mt. verticalmente, su rocce scure dagli appigli inversi (IV¬∞ e V¬∞), poi si segue la pi√π alta delle cenge inclinate per un dislivello di circa 60 mt. (III¬∞, roccia poco solida, tratti di erba), giungendo alla salienza centrale della parete, senza oltrepassarla. Ore 4 dall’ attacco oltre 3/4 dell’intero dislivello.
Si vince una fessura strapiombante di 8-1o mt., alla destra del pilastro che forma la suddetta salienza (VI° 1 staffa), poi ancora diritti per una cordata su rocce quasi verticali (V°), fino a chiazze erbose.
Bisogna ora traversare verso destra un gran placcone inclinatissimo: occorre perciò portarsi un pò in alto a sinistra, iniziare la traversata a destra con un passaggio a buca di lettera (V°), per poi oltrepassare successivamente le tre colate in cui è diviso il placcone (V° sup.).
Si giunge così ad una nicchietta sassosa, indi, con un passaggio di (V°), a un terrazzino con fessura a buca di lettere, su un costoncino secondario, al di là del quale, in una gola sottostante , si vede un bel faggio. Si vince un liscio salto di 10 mt. al disopra del terrazzino (VI°, piramide, 3 staffe). Per sopravvenuta oscurità alle 17,30 , ritorno al terrazzino e bivacco, con pioggia e vento.
Riattacco alle 7 del mattino: ancora pioggia e grandine. Al disopra del salto, si mette piede su di un terrazzino inclinato e liscio. Una quindicina di metri in alto e a sx si vede terreno meno proibitivo, ma si √® costretti a portarci alla dx del terrazzo (V¬∞), nel camino liscio che √® il proseguimento della gola con alberello, seguirlo per qualche metro (V¬∞)mentre va restringendosi a fessura e, alla base della strapiombante parete sommitale, traversare orizzontalmente a sx. per esile gengia (IV¬∞), al cui termine ci si pu√≤ calare sulla sottostante placca e con spaccata a sx toccare alcune zolle erbose. Su per esse tra le placche, poi sulla sx si vince un passaggio verticale di roccia orribilmente sfasciata (V¬∞). Le difficolt√† diminuiscono un poco, si vince un’altro saltino (III¬∞), rocce miste ad erba, un’ ultimo brevissimo diedro strapiombante (IV¬∞), dopo il quale finalmente si toccano i prati della sommit√† alle ore 14,00. islivello totale sui 450 mt., 17 ore di arrampicata effettiva, con difficolt√† di V¬∞ e VI¬∞, 60 chiodi, di cui una quindicina rimasti. Nel secondo giorno la salita √® stata ostacolata dal maltempo. La parete √® tutta di marmo; alterna tratti molto lisci ad altri malsicuri erbosi, mentre ovunque sono scarse le buone fessure per chiodi.
Prima salita
4-5 Novembre 1960
PRIMI SALITORI
Biagi Elso
Nerli Angelo
Diff. TD-
Dislivello: 450 mt. circa.
Materiale:il materiale in loco è insufficente sia lungo i tiri che alle soste. Utile portare una decina di chiodi misti soprattutto orizzontali e lamette, più due piastrine per spit mm. 8, una serie di nut ed alcuni friend medio piccoli.Mezze corde da 50 mt.